PERCHé RAHUL GANDHI HA PARLATO DI ITALIA

Caro Aldo, leggo per la prima volta un’intervista a Rahul Gandhi. Non tutti in Italia sanno chi sia il nipote di Indira, un politico bistrattato nel suo Paese, forse non sempre giustamente, e che comunque rappresenta l’ultimo erede di una famiglia che dell’India, potenza emergente, ha fatto la storia. Né sono note a tutti le origini di sua madre, Sonia Maino Gandhi, nata a Lusiana, uno dei Sette Comuni dell’Altopiano di Asiago, e cresciuta a Orbassano, dove ha abitato fino alle nozze con Rajiv Gandhi, primogenito di Indira. La prima a non avere interesse a pubblicizzare le sue origini europee è la stessa Sonia, per la quale l’origine italiana ha da sempre costituito un’arma potente contro di lei. Qual è invece l’attitudine del figlio? Daniela Brandi Due curiosità: Rahul Gandhi parla fluentemente la nostra lingua? E come è stata organizzata l’intervista? Nicola Asso

Cari lettori, Sonia Gandhi è stata leader del partito del Congresso, come suo marito, sua suocera, il padre di sua suocera. La famiglia Nehru-Gandhi ha governato l’India per quasi mezzo secolo. Ora il figlio di Sonia tenta di unificare l’opposizione a Modi. Un progetto difficile, che lo espone a grandi rischi personali. Se un leader politico italiano avesse una madre indiana, voi pensate che sarebbe un vantaggio o uno svantaggio? La ritrosia di Rahul a parlare con un italiano e in italiano — lingua che ovviamente conosce, anche se l’intervista si è svolta principalmente in inglese — è del tutto comprensibile. Da oltre dieci anni provavo a intervistarlo, senza successo. All’evidenza l’opportunità di far conoscere al pubblico europeo l’immenso sforzo di percorrere l’India a piedi per riunificarla ha prevalso sulla sua storica prudenza. L’unica condizione era incontrarlo lungo la marcia, negli ultimi giorni, alle porte di Srinagar. Poi il contesto particolare — la folla, le nevi del Kashmir, lo scampato pericolo di una giornata difficile in cui Gandhi era stato lasciato senza protezione, e quella sintonia che a volte si riesce a creare e non è una tecnica ma un moto dell’anima — ha fatto sì che accettasse di raccontare dei nonni italiani e financo di Mina e della Juve; oltre che delle premonizioni della nonna e del padre. Rahul Gandhi è nato e cresciuto in India, è un leader politico indiano, è disposto a dare la vita per il suo Paese, che non è il nostro. Di indiano ha anche gli occhi scuri e profondi. Però, dietro il barbone grigio un po’ da guru che si è fatto crescere durante la marcia e talora si strofina mentre parla, è anche un ragazzo di madre italiana che ha imparato a far fronte a una responsabilità enorme, a considerarsi parte di una storia di potere ma anche di sangue.

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