Oltre la cancellata in ferro battuto e la siepe fitta, il cane di casa Facchinetti abbaia sotto un cielo terso. Al citofono risponde soltanto la domestica, mentre il cellulare di Roby, voce e tastierista dei Pooh, un’istituzione a Bergamo, squilla a vuoto. La chat spunta la lettura del messaggio, ma lui, stranamente, non richiama. A pochi giorni dalla reunion della mitica band , il cantautore, 78 anni, è stato vittima di una violenta rapina nella villa a due passi dallo stadio dell’Atalanta e poco di più dal centro città. Domenica sera, gli si sono parati davanti tre banditi con le pistole spianate, poi fuggiti con gioielli e altri oggetti di valore.
La villa di Roby Facchinetti a Bergamo
I dettagli sono comprensibilmente avvolti dalla riservatezza delle indagini, in mano agli uomini della Squadra mobile, per il momento coordinati dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota (ma è probabile che il fascicolo passi successivamente nelle mani di un altro pm). Riservatezza totale è ciò che chiede, a fine giornata, la stessa famiglia. Parla la figlia minore Giulia, 31 anni, che a Bergamo gestisce un centro wellness: «Non è gossip, questo», spiega al telefono e lo ripete. «È successa una cosa veramente grave e noi non possiamo dire nulla. Anzi — aggiunge —, ci saremmo augurati che la notizia uscisse più avanti, visti gli impegni lavorativi di papà. Psicologicamente non è un momento facile da gestire per lui». Poi su Facebook Roby Facchinetti tranquillizza i fan («Stiamo tutti bene»), ma racconta che «sono stati 35 minuti terribili, i più brutti della nostra vita».
Quando i rapinatori hanno fatto irruzione, il cantautore era in casa con la moglie Giovanna Lorenzi e con il figlio Roberto. Nell’incantevole villa, circondata da alberi e con le balconate affacciate verso Città Alta, Roby Facchinetti vive praticamente da sempre e senza troppi misteri. Sul campanello, ci sono i nomi di tutti: suo, della moglie, ci abitano anche gli ultimi due figli, Giulia e Roberto, appunto, con i rispettivi compagni e i nipotini. Il commando è entrato in azione in tarda serata ed era composto da almeno tre persone armate, vestite di scuro, con guanti e i volti nascosti dietro a passamontagna. Minacciandoli con le pistole, hanno costretto Facchinetti e i familiari a farsi consegnare gioielli, orologi, non è chiaro se anche denaro, forse custoditi in una cassaforte, ma è un altro dettaglio che per ora non trova conferme. I tre sapevano come muoversi e sembravano conoscere bene il luogo. Il bottino non sarebbe stato ancora quantificato con esattezza, mentre quel che appare certo, stando al materiale raccolto finora, è che i tre si sapessero muovere con una padronanza piuttosto sospetta all’interno della casa. Non risulta siano state forzate porte né finestre. Come detto, sembra che siano andati a colpo sicuro, sapendo bene quando colpire e in che modo. È solo un’ipotesi, ma questo spinge chi indaga a non escludere, in questa fase, che dietro al colpo possa esserci qualcuno che conosce i Facchinetti o che abbia frequentato per qualche ragione la villa.
contro l’intruso che si era infilato sempre nella villa del padre. Un probabile tentativo di furto decisamente meno violento rispetto alla rapina a mano armata di domenica scorsa, ma pur sempre con il genero di Facchinetti, cintura nera di krav maga (un’arte marziale israeliana), che aveva affrontato il malvivente. «Sto andando a comprarmi un arsenale, se qualcuno entra in casa mia con i miei figli non esce vivo», erano state le parole di Francesco. Ora, silenzio. In attesa della voce, quella sì, di Roby sul palco dell’Ariston.
2023-02-03T06:14:16Z dg43tfdfdgfd