I 70 ANNI DELLE MERENDINE: DAL BUONDì A QUELLE SENZA GLUTINE, COME SONO CAMBIATI I CONSUMI DEGLI ITALIANI

Le merendine compiono 70 anni Dapprima considerate simbolo di modernità, poi demonizzate per il loro apporto di zuccheri e grassi e, infine, rientrate nel carrello degli italiani grazie a nuove (e più contemporanee) formule. Da 70 anni le merendine fanno parte della nostra alimentazione. Risale al 1953 il lancio del Buondì, che proponeva in formato mignon la ricetta dei dolci della ricorrenza, a partire dalla colomba pasquale. A quel primo prodotto se ne sono aggiunti, negli anni successivi, molti altri: nel ’61 sono comparse Brioss e Fiesta, nel ’73 è stata la volta di Girella, 10 anni dopo dei Tegolini e poi delle varianti refrigerate, da conservare in frigo. Le nuove richieste dei consumatori

Con gli anni 2000, l’idea della merendina tradizionale è entrata in crisi. I consumatori hanno avanzato nuove richieste (per esempio semplicità della ricettazione, naturalità degli ingredienti, apporto calorico limitato) che i prodotti sul mercato non erano sempre in grado di soddisfare. È nata, così, una nuova generazione di merendine, caratterizzata dal maggiore equilibrio tra leggerezza e gusto. Ciò ha determinato la progressiva riduzione delle quantità di zucchero e di grassi saturi, ma anche il ridimensionamento delle porzioni (la media attuale è di 35 grammi).

Ogni anno una decina di nuovi prodotti

Il risultato è un mercato ricco di proposte, in cui le tipologie classiche si affiancano a quelle di ultima generazione. Non per questo, però, le aziende smettono di innovare. Basti pensare che ogni anno vengono lanciate in media 8-10 nuove referenze. Si va dalle merendine fatte con ingredienti particolari (per esempio farine integrali, quinoa o semi di lino) a quelle ispirate alla prima colazione americana (come i pancake) sino ad arrivare alle versioni free from (senza glutine, senza lattosio, etc), rivolte al target delle persone con intolleranze alimentari.

Agli italiani piacciono le merendine

I consumatori sembrano apprezzare un’offerta tanto ampia e variegata. La conferma arriva dai numeri: secondo una recente ricerca - realizzata da Bva Doxa e Unione Italiana Food - le merendine sono mangiate da 8 italiani su 10. Non solo: più della metà dei nostri connazionali lo fa almeno 1-2 volte a settimana. Tra le tipologie prevalgono i trancini, che rappresentano il 32% delle vendite, e i croissant, che coprono il 27%.

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